MADRE MARIA MADDALENA E PADRE PIO


    
La Duchessa di St.Albans, autrice del libro “Magia di un Mistico - Storie di Padre Pio”, negli anni ottanta intervistò Margaret Mathers, la futura Madre Maria Maddalena, per il suo libro. Riportiamo nella traduzione italiana l’ intervista pubblicata anche nel mensile “The Voice of Padre Pio”.

     All’inizio degli anni settanta Margaret Mathers ricopriva l’incarico di infermiera in un ospedale dell’Inghilterra del Nord. Aveva scritto alla comunità francescana “Madonna delle Grazie”, a San Giovanni Rotondo, per domandare se e come lei poteva essere di aiuto.
     “Credo che fosse il 1971, e volli conoscere se potevo far qualcosa”, essa racconta. Non sapeva come la sua richiesta venisse presa. La risposta alla sua domanda pervenne nella persona di Padre Alessio Parente, che arrivò da San Giovanni Rotondo per parlarle della vita e delle opere di Padre Pio.
     Margaret con una suora andò ad accogliere Padre Alessio alla stazione ferroviaria. La religiosa, che apparteneva alle “Suore Bianche”, e aveva ottenuto il permesso di assentarsi dalla missione del Kenia per motivi di salute, stava perdendo la vista. Sembrava più preoccupata di dover lasciare il suo lavoro in Africa che di diventare cieca.
     Quando Padre Alessio si incontrò con Margaret le disse:
     - Raduna un po’ di persone, in modo che io possa parlare loro di Padre Pio.
     Allora Margaret telefonò alla Maestra delle Novizie di un vicino centro del Terz’Ordine Francescano, e la informò che Padre Alessio aveva intenzione di fare una conferenza.
     Venne il giorno fissato, e la sala della conferenza si riempì di gente. Gli ascoltatori rimasero incantati dalle parole e dal film su Padre Pio che Padre Alessio mostrò loro. Poi questi andò tra la gente e benedì le persone con un guanto. Tuttò ciò creò una tale impressione in mezzo a loro, che continuarono a parlarne per diversi giorni.
     Il giorno dopo Padre Alessio dovette partire. Poiché Margaret era di servizio in ospedale, non poté andare a salutarlo alla stazione. Quando gli disse arrivederci, Padre Alessio rispose:
     - Lo sai bene come il diavolo fosse solito tormentare Padre Pio. Devi stare attenta, Margaret.
     Lei rise e rispose:
     - Solo i buoni muoiono giovani, Padre.
     Ma Padre Alessio non rise. Agitando il dito disse di nuovo:
     - Stai attenta, Margaret.
     E ciò dicendo se ne andò. La suora bianca del Kenia l’accompagno al treno. Siccome Margaret l’aveva avvertito sulla situazione della povera religiosa, le toccò gli occhi con il guanto e poi partì per tornare in Italia. Il giorno dopo la suora doveva andare all’ospedale di Liverpool per un controllo. Quando lo specialista le esaminò gli occhi, rimase sorpreso che fosse venuta all’appuntamento. La vista non presentava alcun disturbo. A tale notizia lei traboccò di gioia, perché poteva tornar a lavorare in Africa.
     L’indomani Margaret era più occupata che mai all’ospedale.
     - Non potevo lasciare i pazienti in mano ad altre infermiere, finché non fossi sicura di aver rimboccato loro le coperte in modo che si trovassero a proprio agio per la notte.
     Quella sera, quando lasciò l’ospedale, erano quasi le nove. Siccome c’era un bel chiar di luna, invece di prendere l’autobus decise di tornare a casa a piedi. Mentre camminava, gustando la pace che la circondava, era completamente assorta con il pensiero in Padre Pio.
     - Avevo oltrepassato la chiesa ed ero circa cinque minuti da casa, essa dice. - Questa è l’ultima cosa che ricordo.
     Una macchina, dopo aver fatto la curva a tutta velocità stridendo, le andò addosso e la sollevò da terra facendola volare in alto al di sopra del cofano. Cadde a terra, in mezzo alla strada, priva di conoscenza. Quando alla fine si trovò al pronto soccorso, era in un terribile stato di sofferenza. Non sapendo dove fosse, ripeteva:
     - Non posso stare qui. Sono di servizio.
     - Sta delirando, fece notare qualcuno che le stava vicino.
     Poco dopo arrivò sua madre e un sacerdote le impartì l’estrema unzione.
     - Non durerà a lungo, fece un’infermiera poco distante da lei.
     Ciò urtava il senso del dovere professionale di Margaret. Essa aveva inculcato agli studenti che non dovevano fare alcun commento vicino a un paziente che stava per morire, perché nel momento della morte le parole e i sentimenti vengono ingigantiti.
     Le fu somministrato ossigeno. Una infermiera arrivò con una flebo.
     - Voglio chiederti una cosa, disse sommessamente Margaret.
     - Sì, cosa?
     - Per favore chiama un sacerdote francescano e digli che voglio essere sepolta con il saio.
     - Va bene, acconsentì l’infermiera, uscendo dalla stanza.
     Sollevata, Margaret chiuse gli occhi. Era decisa a raggiungere le porte del paradiso vestita in modo opportuno da Terziaria Francescana.
     Quando riaperse gli occhi, c’era un frate francescano che sedeva sulla sedia vicino al suo letto. Poiché il volto del frate era parzialmente nascosto dal cappuccio, pensò che fosse Padre Luca, il guardiano della vicina comunità francescana. Quando il frate si alzò, mettendole la mano sulla testa e dandole qualche colpetto al viso, si accorse che portava dei guanti.
     - Ama la Madonna, disse. – C’è ancora molto lavoro da fare.
     Nel guardarlo, Margaret fu affascinata dai suoi occhi che, mentre le sorrideva, splendevano di infinita bontà. Continuava a pensare che non poteva essere Padre Pio. Eppure era lui, “solido in carne ed ossa”, come essa affermò.
     Si sentiva infinitamente felice e in pace. Chiuse i suoi occhi per un istante. Poi li riaprì. Stava entrando un’infermiera, il frate francescano era scomparso.
     - Grazie per aver chiesto a Padre Luca di venire, disse assonnatamente Margaret.
     - Non credo che lascerebbero entrare un frate francescano alle due e un quarto di notte, fece notare l’infermiera guardando l’orologio. - Devi aver sognato.
     Quando la mattina dopo venne un sacerdote a portarle la Comunione, Margaret gli parlò della visita avuta.
     - Pensa che io abbia sognato, o è stata una cosa reale?, gli domandò.
     - Oggi pomeriggio verrà un frate francescano a trovarla. Sarà bene che lo chieda a lui, replicò quel sacerdote.
     La risposta che ebbe nel pomeriggio era questa:
     - Mi stupisco di lei. Non riesce a riconoscere suo amico, quando lo vede?
     - Non poteva essere Padre Pio, disse Margaret, ancora dubbiosa. – Cose del genere non capitano a me.
     - Mi aspetto che presto le faccia sapere se era proprio lui.
     E ciò dicendo il frate francescano se ne andò.
     Gradualmente Margaret migliorò. Ma per un anno dovette portare le stampelle. Alla fine poté riprendere il suo lavoro in ospedale. La prima cosa che fece fu di chiamare un sacerdote per fargli consacrare l’edificio al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, ponendolo sotto la speciale protezione di Padre Pio. La cerimonia ebbe luogo una domenica pomeriggio, quando l’ospedale era vuoto. I vecchi pazienti erano usciti il sabato e i nuovi pazienti erano venuti il lunedì seguente. Nessuno vide quel sacerdote o seppe dell’atto di consacrazione. Poiché non era un ospedale cattolico, Margaret non volle fare antagonismi con nessuno.
     Presto i nuovi pazienti cominciarono a parlare di “una bella sensazione provata in quel luogo”, dicevano che “non si sentivano mai soli”, come se “una madre si prendesse cura di loro”.
     Margaret parlò loro della Madonna, del rosario e del grande amore che la Madonna ha per i suoi figli.
     Quando Margaret tornò nel reparto di chirurgia, uno dei pazienti le chiese se nelle vicinanze ci fosse una comunità francescana.
     - Sì, ce n’è una a poche miglia da qui, in un luogo chiamato Hooton. Perché me lo domanda?
     - Oh, dev’esser venuto qui per una visita, allora.
     - Chi?
     - Il frate francescano che è venuto a benedirci. È stato molto gentile.
     - Doveva aver freddo, disse un altro paziente. - Portava i guanti.
     - E’ sicuramente il mio amico, replicò Margaret felice.
     - Come si chiama?
     - Se non vado errando, si chiama Padre Pio.
     - Della comunità francescana di Hooton?
     - Beh, mettiamola in questo modo: è in giro dappertutto, ed è il più grande amico che si possa avere. Per vostra conoscenza, Padre Pio è morto il 23 settembre 1968.
     Fecero silenzio sbalorditi.
     - Non può essere, esclamò qualcuno alla fine. – Mica è uno spirito!
     - Il Signore opera in maniere misteriose, rispose sorridendo Margaret, e consegnò loro una preghiera al Sacro Cuore raccomandata da Padre Pio.
     Dopo quindici giorni arrivarono molti nuovi pazienti. Come il solito, tra essi e il gruppo precedente non c’era stato alcun contatto. Le operazioni avevano luogo tre volte alla settimana. Alla vigilia dei giorni molto temuti Padre Pio veniva a benedire i malati. Anche i nuovi pazienti credevano che fosse un normale sacerdote in carne ed ossa.
     Un bel giorno fu ricoverata in ospedale una donna con un tumore maligno. Dissero a suo marito che forse non sarebbe neppure sopravvissuta all’operazione (questa durò cinque ore).
     Non era passata ancora mezz’ora, quando l’infermiera che assisteva l’operazione uscì dalla sala operatoria su tutte le furie.
     - Margaret, urlò indignata, - mi meraviglio di te!
     - Che cosa ho combinato questa volta?, domandò Margaret.
     - Nella sala operatoria c’è un frate, e per di più senza maschera! Lo sai bene che non è permesso ai preti entrare in sala operatoria!
     - Perché non gli date una maschera?, suggerì Margaret.
     L’infermiera la guardò con occhio torvo, poi rientrò in sala operatoria per eseguire le sue mansioni. Margaret rimase nell’anticamera, dove stava impartendo una lezione ad alcuni studenti. Dopo un considerevole spazio di tempo l’infermiera uscì di nuovo dalla sala operatoria per prelevare sangue che doveva servire a una trasfusione.
     - E’ ancora là!, grugnì mentre passò frusciando, con un’espressione di disgusto.
     Quando la paziente fu alla fine portata fuori sul lettino, con la flebo per la trasfusione, Margaret chiese:
     - Beh, dov’è il frate adesso?
     - Oh, non so. Abbiamo lasciato correre. Quando sono stati messi i punti alla paziente, non c’era più. La porta è l’unica via d’uscita dalla sala operatoria. Certo non è uscito di là.
     Con grande meraviglia di tutti, la paziente ebbe un rapido miglioramento, sebbene il tumore si fosse dilatato oltre la lunghezza di una lama di coltello, fino a raggiungere crucialmente la zona della spina dorsale. La donna andò a casa per la convalescenza, e quando tornò per un controllo, dalla radiografia non emerse alcun segno di tumore.
     Ora è guarita completamente. Dichiara a chiunque vuole ascoltare che Padre Pio è il dottore più bravo e il migliore amico che lei abbia mai avuto.